Come ogni anno gli scaffali dei supermercati si sono riempiti di rose di ogni tipo, tutte vendute a prezzi bassissimi, fino a 10 volte meno rispetto ai migliori cataloghi.
Si tratta soprattutto di varietà di qualche decennio fa su cui gli ibridatori non richiedono più i diritti, ed in alcuni casi anche di piantine in condizioni non perfette.
Sono abituato a meditare lungamente sull’acquisto di nuove rose, anche a causa dell’ormai cronica carenza di spazio nel mio giardino, ma non sono riuscito a sfuggire alla tentazione di osservare con attenzione tutte le varietà proposte nel mio supermercato di fiducia, trovando anche, in mezzo a tantissime altre, alcune varietà di pregio.
E alla fine l’inevitabile: una rosa, Pascali, è finita nel mio carrello.
Non conosco le statistiche, non so quante rose sono vendute nei supermercati, quante nei garden center e quante scelte con cura sui cataloghi, ma sono certo che una fetta enorme delle rose dei nostri giardini provenga da acquisti impulsivi stile supermercato.
A questo punto mi chiedo: queste rose, che hanno vissuto momenti di gloria 30 o più anni fa ed ora sono quasi dimenticate, sono altrettanto belle, altrettanto sane ed altrettanto generose nelle loro fioriture delle ultime selezioni dei maggiori vivai? Il lavoro di ibridazione degli ultimi decenni ci ha dato qualche risultato in più ed oggi le nuove rose sono mediamente più belle e sane di quelle di qualche anno fa?
Non ho una risposta, ma dalla mia esperienza mi sembra che ci sia stato un grosso ritorno del profumo. Oggi non vengono introdotte nuove rose se non profumate, con rare eccezioni. Nelle “rose da supermercato” il profumo invece sembra essere una caratteristica di cui gode solo una piccola minoranza.